Agricoltura

PARCO SUD

“GIU’ LE MANI DAL PARCO SUD”

“La Regione vuole prendere il controllo del Parco Agricolo Sud Milano sottraendolo di fatto alla Città Metropolitana e all’Ente di gestione – attraverso la presentazione di un progetto di legge nato solo come poltronificio

“I 47 mila ettari del Parco Agricolo Sud Milano sono una risorsa verde unica per il territorio metropolitano milanese e il blitz della Regione sembra rispondere a logiche di accentramento che non condividiamo in alcun modo – Per questo motivo chiedo una serie di audizioni in Commissione VIII con tutti i soggetti coinvolti affinché Regione possa sentire direttamente da chi è dentro il Parco Sud cosa significhi questo intervento e le conseguenze che ne deriverebbero

Ostruzionismo e dibattito non contingentato sono stati l’unico strumento per impedire che venisse di fatto commissariato uno dei più importanti parchi regionali della Lombardia, il terzo per grandezza dopo quello dell’Adamello e della Valle del Ticino – continua – che misura 47mila ettari di cui 37mila di superficie agricola e che tutela le aree agricole e forestali di 60 Comuni del sud Milano, esclusi fin da subito dal processo decisionale come tutte le associazioni e le rappresentanze dei territori interessati. Il mio jolly giocato in aula ha limitato i danni.

La lettera di contestazione dei quaranta sindaci (sui 60 dei comuni che insistono sul territorio del Parco Sud) era stata completamente ignorata.

La Regione mantiene 3 membri designati nel consiglio di gestione, unico caso tra i parchi lombardi, ma almeno il direttore sarò nominato dal Consiglio come avviene in tutti i parchi e non dalla amministrazione regionale.

Sono riuscita a ottenere che i dipendenti del parco avessero la possibilità di scegliere se rimanere o accettare lo spostamento al nuovo ente.

Mio Intervento in commissione

SICCITA

Uscire dalla solita logica emergenziale e affrontare i cambiamenti climatici in atto che solo quest’anno, secondo le stime di Coldiretti, potrebbero ammontare a 6 miliardi di euro con il 10% della produzione agricola nazionale andato perduto. In Lombardia la siccità estiva è stata la peggiore dell’ultimo mezzo secolo con le precipitazioni del semestre gennaio-giugno 2022 al di sotto dei minimi storici di sempre Per questo motivo ho presentato in Commissione Agricoltura un percorso di interventi

Una proposta di risoluzione che stiamo discutendo – assieme a quelle presentate da Pd e FdI – dal gruppo di lavoro appositamente costituito e che dovrà definire un testo congiunto”.

“Occorre un piano a medio-lungo termine di opere e misure da realizzare sul territorio regionale – continua – e per questo il primo punto della risoluzione propone di istituire un tavolo tecnico di esperti che individui le aree più idonee agli interventi in base alle caratteristiche del territorio, alle specificità del suolo e del sottosuolo e al livello di fragilità delle rispettive aree”.

“Non solo, si devono valutare le possibili opportunità offerte da: una rete di nuovi bacini e invasi per l’accumulo e lo stoccaggio di acqua piovana; il potenziamento del riuso delle acque reflue e di risparmio idrico nei cicli industriali; studi di fattibilità sul riutilizzo irriguo delle acque reflue urbane; applicazione di progetti sperimentali e innovative modalità di gestione delle riserve idriche, a partire da quelle dei laghi regolati e della falda, per aumentare la possibilità di sopperire ai fabbisogni idrici in situazioni di scarsità di acqua.”

“Nella risoluzione proponiamo inoltre di strutturare e potenziare un ufficio regionale presso la DG Agricoltura che si occupi di bonifica e irrigazione e operi in stretta sinergia con il tavolo tecnico di esperti – – e di approvare in tempi rapidi il piano regionale di bonifica e irrigazione ancora in fase di elaborazione, aggiornandolo in considerazione dei drammatici eventi del 2022.”

“Si deve poi procedere con strumenti straordinari soggetti ad incentivazione per la ricarica della falda anche nella prossima stagione invernale, per evitare ripercussioni sulla futura stagione irrigua.”

“Infine, bisogna promuovere momenti di confronto e di studio delle best practice promosse da altri Paesi come ad esempio Israele e California, che hanno saputo trasformare in opportunità i limiti di territori aridi e con scarse riserve di acqua, e individuare con le Università lombarde modalità che consentano il distaccamento di ricercatori che producano analisi, facciano previsioni ed elaborino proposte in questo ambito.”

Ho organizzato un convegno per riflettere sulle best practice di altri paesi , quali l’esperienza dell’università Ben Gurion , che hanno creato i sistemi di irrigazione nel deserto del Negev

Sono molto felice per la bellezza, il livello elevato e l’interessante convegno che abbiamo organizzato in Sala Gonfalone di Palazzo Pirelli sull’uso delle tecnologie innovative in #agricoltura per contrastare la carenza idrica in zone aride e siccitose..la sala era piena per ascoltare esperti israeliani e italiani. 
Esempi virtuosi e #bestpractice che sono stati fondamentali per completare la Risoluzione della Commissione Agricoltura a cui ho lavorato come Relatrice e che ha l’obiettivo di introdurre anche in Lombardia (dove la #siccità è sempre più frequente e prolungata) un nuovo modello strategico di pianificazione di opere strutturali almeno decennali. Quest’ultima sarà discussa nel Consiglio Regionale del prossimo 22 dicembre. 
Qui trovate la mia introduzione al convegno.
Ringrazio il presidente della Commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi, per aver creduto da subito e contribuito all’organizzazione di questo evento, e tutti i relatori e partecipanti intervenuti:

Andrea Jarach – Presidente Associazione Amici Italiani della Ben Gurion University del Negev (qui la sua presentazione);
Prof. Aaron Fait – esperto di agricoltura nel deserto della Ben Gurion University del Negev (qui la sua presentazione);
Jonathan Hadar – Head of Israel Economic and Trade Mission to Italy;

Paola Pagnotta – Director agritech of Israel Economic and Trade Mission to Italy (qui la sua presentazione);
Prof. Marco Mancini – Dipartimento Ingegneria Civile Ambientale (DICA) del Politecnico di Milano (qui la sua presentazione);
Prof.ssa Arianna Facchi – Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali (DISAA) dell’Università degli Studi di Milano (qui la sua presentazione);
Gladys Lucchelli – Direttore ANBI Lombardia – Associazione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue (qui la sua presentazione);
Massimo Ornaghi – Direttore ERSAF Lombardia – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (qui la sua presentazione)
Paolo Carra – Vice Presidente Coldiretti Lombardia
Riccardo Crotti – Presidente Confagricoltura Lombardia

La ricchezza di acqua nella nostra regione ha rappresentato uno dei fattori fondamentali nello sviluppo dell’agricoltura, non solo perché ha consentito di ottenere produzioni elevate e di qualità, ma soprattutto perché ha reso possibile una maggiore flessibilità nella scelta delle produzioni da parte degli imprenditori agricoli, svincolandoli dalla scarsità ed incertezza degli apporti idrici derivanti dalle precipitazioni. 

Negli ultimi anni, una maggiore attenzione nell’utilizzo della risorsa e il processo di modernizzazione delle tecnologie e delle infrastrutture irrigue, ha consentito di incrementare l’efficienza dell’uso dell’acqua in agricoltura, attraverso la quantificazione del fabbisogno idrico, un maggior controllo dei volumi erogati ed una riduzione delle perdite idriche. Tuttavia i crescenti fenomeni siccitosi in un contesto di cambiamenti climatici, ha intensificato i problemi di carenza idrica e di soddisfacimento dei fabbisogni irrigui anche in Lombardia.

Gli scenari che si prospettano nei prossimi anni richiedono risposte pronte ed efficaci, sia sotto l’aspetto normativo che operativo, per poter affrontare le problematiche in una logica di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Per chi vuole ascoltare il convegno https://mediaportal.regione.lombardia.it/portal/watch/vod/16626

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