Perché voto NO al Referendum Costituzionale

REFERENDUM SUL TAGLIO PARLAMENTARI
E ELEZIONI AMMINISTRATIVE20/21 SETTEMBRE
 PERCHE’ VOTERO’ NO AL REFERENDUM
Ho espresso subito la mia intenzione di voto su questo Referendum Costituzionale per il taglio dei parlamentari della Camera e del Senato: Voterò NO e con convinzione.
Perché la vittoria del SI’ penalizzerebbe i territori e ridurrebbe la democrazia della rappresentanza parlamentare.
Con il taglio lineare di parlamentari richiesto – in presenza dell’attuale bi-cameralismo perfetto del nostro Parlamento e in assenza di una corretta riforma elettorale in chiave proporzionale, verrebbe ridotta la rappresentanza dei cittadini in Parlamento e si vedrebbe persa la rappresentanza dei territori, che sono il primo destinatario della mia attività politica.

Ci sono però anche varie altre ragioni per votare NO, che vorrei condividere con voi.
LA RAPPRESENTANZA
 Quello della Rappresentanza dei cittadini in Parlamento è un tema delicatissimo: senza una riforma elettorale in chiave proporzionale, abbinata al taglio dei parlamentari richiesto, non è possibile garantire adeguatamente una rappresentanza democratica dei cittadini in Parlamento.
Al Senato, in particolare, la riduzione del numero dei Senatori determinerebbe l’esclusione dall’attribuzione dei seggi di tutte quelle liste che, pur avendo superato la soglia di sbarramento a livello nazionalevedrebbero indebolito il peso dei loro voti per l’attribuzione dei seggi su base regionale.
Il risultato finale sarebbe una perdita significativa di rappresentanza in molte regioni, con una particolare
penalizzazione delle regioni del Nord, che sono più popolose, e vedrebbero un pessimo rapporto abitanti/eletti.
A livello nazionale il peggioramento della rappresentanza porterebbe ad avere più cittadini rappresentati da un singolo eletto, passando da un rapporto di 1/64 mila a un rapporto di 1/101 mila.
 IL PESO DEI PARTITI Dopo il previsto taglio lineare, con meno parlamentari a disposizione, i partiti inserirebbero nelle liste solo i “fedelissimi” delle segreterie di partito, e i candidati che esprimono più liberamente le istanze dei territori farebbero ancora più fatica o non riuscirebbero per niente ad essere inseriti nelle liste; di conseguenza, verrebbe meno la presenza democratica dei rappresentanti dei gruppi di minoranza e di opposizione.
Per fare qualche esempio: la Lombardia avrebbe un senatore ogni 326mila abitanti, mentre oggi ne ha uno ogni 206mila, diventando la Regione che perderebbe il numero più elevato di senatori (18).
L’Umbria passerebbe da 7 a 3: e in questo caso, non potrebbe più esserci un senatore umbro di un partito che non sia di maggioranza!
 Il sistema delle liste bloccate, che consente a pochissime persone la nomina – più che la elezione – dei parlamentari, altera il rapporto fra esperienze politiche locali e parlamento, rendendolo – soprattutto al Nord – un rapporto sempre più conflittuale e sempre meno rappresentativo delle istanze e della volontà dei cittadini, che nemmeno conoscono i parlamentari che si pretende essere eletti nel proprio collegio.
Il risultato della vittoria del SI’ vedrebbe quindi una deriva molto più vicina all’oligarchia partitica che alla democrazia rappresentativa, con l’eliminazione o la drastica riduzione di una possibilità di opposizione democratica.IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
 Con una riduzione del numero di deputati e senatori di circa il 40% – e di fronte ad eventuali future leggi elettorali maggioritarie – lo stesso Presidente della Repubblica potrebbe risultare espressione della sola maggioranza parlamentare già al primo turno di votazione, indebolendo così il suo ruolo di garanzia e la natura stessa della democrazia costituzionale del nostro Paese.IL QUORUM
 Su questo punto c’è poco da dire. Il quorum è il numero minimo di elettori che devono partecipare alla votazione perché il referendum sia valido e perciò idoneo. Questo referendum è un  referendum confermativo -detto anche costituzionale o sospensivo- che è valido a prescindere dal quorum; si procede cioè al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente dal fatto che abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto a votare, a differenza, pertanto, da quanto avviene nel referendum abrogativo.In questa occasione di terrà conto solo del numero effettivo di SI’ e NO espressi.
Ogni singolo voto diventa quindi estremamente prezioso.IL TAGLIO DEI COSTI
Una delle ragioni “portanti” dei sostenitori del SI’ è il risparmio sui costi del Parlamento, con il passaggio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori.
Le indennità e diarie risparmiate ogni anno con i 345 parlamentari tagliati con il referendum arriverebbero a valere 37 milioni per la Camera e a 20 milioni per il Senato, per un totale di 57 milioni all’anno, ovvero 285milioni per l’intera legislatura – contro i 500milioni demagogicamente dichiarati dal Movimento 5 Stelle, perché calcolati sul lordo e non sul netto delle retribuzioni.
Sul bilancio dello Stato tale risparmio costituisce appena lo 0,007% della spesa pubblica complessiva o, più semplicemente, il costo di un caffè all’anno per ogni italiano. Ritengo quindi che un modo molto più incisivo ed efficace  – e soprattutto privo di controindicazioni sulla democrazia della rappresentanza politica – di ridurre i costi del Parlamento sarebbe quello di abbassare le retribuzioni dei parlamentari (e di altri politici con alta retribuzione), senza distruggere la democrazia.APPELLO PER IL NO
 Allego appello per il NO lanciato da Alleanza Civica Milano e sottoscritto da tanti rappresentanti politici trasversalmente, da Giuliano Pisapia, a metà assessori della Giunta di Beppe Sala, a consiglieri regionali e comunali di molte parti politiche; naturalmente non abbiamo chiesto la firma di chi attualmente siede in Parlamento, per non essere strumentalizzati.      
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https://mega.nz/file/cUB0gY5Q#Cljf-qeiQE7XtsDf4_eKVvMWTwfkJtEIULGKYi93IRw
COME CAMBIA SE VINCE IL SI’
 Per vedere in modo semplice e chiaro come si suddivideranno i seggi nel caso passasse il SI’ suggerisco questa tabella molto chiara, pubblicata sul Sole 24 Ore.
https://www.ilsole24ore.com/art/taglio-parlamentari-ecco-come-si-restringe-senato-lombardia-e-regione-che-perde-piu-seggi-ADLGtdl?refresh_ce=1